Il maestro Hiroshi Tada è  uno degli ultimi esponenti, probabilmente il più autorevole, della generazione di discepoli del maestro Ueshiba Morihei che ha iniziato la pratica nel dopoguerra come uchideshi (allievo interno) presso l'Hombu Dojo di Tokyo, ha seguito gli insegnamenti del fondatore nel decennio successivo ed in seguito è stato inviato all'estero per diffondervi la pratica dell'aikido.


E' nato a Tokyo il 14 dicembre 1929 da una famiglia appartenente alla classe dei samurai, che dal 1245 risiedeva a Izuhara, ora facente parte della città di Tsushima nella omonima isola, situata a sud del Giappone nel mare interno di fronte alla Corea. Tsunetaro Tada era giudice e presidente di tribunale e suo figlio Minoru Tada, padre del maestro, svolgeva l’attività di amministratore. La madre, Chizu Arai, era figlia di Kentaro Arai, Vice-Presidente del Suumitsuin (il Consiglio Privato dell’Imperatore).
Il 4 marzo 1950, all’inizio della sua carriera universitaria, su presentazione del maestro di kendō Ichiro Yano, entra a far parte del Ueshiba Dōjō (attuale Hombu Dōjō) e inizia a praticare l’aikidō sotto la guida del fondatore, il Grande maestro (Ōsensei) Morihei Ueshiba; viene ammesso anche allo Shotokan, studiandovi karate sotto la guida di Jichin Funakoshi sensei, ma interromperà alcuni anni dopo la pratica del karate per dedicarsi esclusivamente all’aikidō.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nello stesso periodo inizia nel Toitsu Tetsuigakkai (poi divenuto Tenpukai) sotto la guida del M° Tenpu Nakamura lo studio delle pratiche miranti ad unificare ed armonizzare la mente ed il corpo; si dedica anche a pratiche spirituali, presso il Dōjō Ichikukai; il nome del dōjō, dedicato alla memoria del maestro Yamaoka Tesshu (1833-1886) e fondato dai seguaci del suo allievo Tetsuju Ogura riprendeva la data della scomparsa del maestro, deceduto il 19 luglio (ichiku in giapponese significa diciannove).

Queste esperienze incideranno profondamente sul suo sistema didattico. L’anno seguente si misura per la prima volta, per tre settimane presso il tempio zen Hojuji, con la pratica del danjiki (digiuno ) che ripeterà ancora nel corso della sua vita.

 

 

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